«Condizioni tristissime» e «operai trattati come schiavi»
«Gli operai italiani non devono lasciarsi lusingare dalle false promesse di questi agenti segreti e non devono assolutamente emigrare verso il Brasile».
L’appello era riportato nel “Bollettino dell’emigrante italiano”1 del 1° novembre 1909, in un approfondimento riguardante “Il mercato del lavoro negli altri paesi”.
La pubblicazione periodica, a cura del Regio Addetto dell’emigrazione italiana a Colonia, in Germania, annunciava di essere venuta a conoscenza «che agenti di emigrazione stranieri hanno fatto e continuano a fare un’attiva propaganda in Westfalia e fra l’altro nelle località di Dorstfeld, Recklinghausen e Dülken, centri importanti di emigrazione italiana, per attirare al Brasile famiglie italiane», promettendo il viaggio gratuito da Amsterdam ai porti brasiliani.
Dopodiché, metteva in guardia i connazionali, invitandoli a non espatriare nel Paese sudamericano. Il motivo? «La situazione economica oltremodo sfavorevole di quel paese e specialmente dello Stato di S. Paolo, che assorbe il maggior numero di emigranti».
Il Bollettino precisava come «alle Autorità del Regno incaricate dei passaporti» fossero state «impartite categoriche istruzioni onde evitare che venissero dagli agenti dell’emigrazione clandestina frustrate le vigenti disposizioni circa l’emigrazione al Brasile».
«Le condizioni in cui si trovano i coloni italiani emigrati nel Brasile – ammoniva l’Ufficio del Regio Addetto a Colonia – sono tristissime; essi vengono trattati malissimo e raramente riescono a percepire il frutto dei loro sudori».
Non era solo l’emigrazione verso il Brasile ad essere «vivamente sconsigliata». L’attenzione era rivolta anche ad alcune località del Canada. Anche in questo caso, il Bollettino affermava di aver notato «già da qualche tempo nei distretti minerari della Germania, della Francia, del Lussemburgo, dell’Australia ecc. un’attiva propaganda di agenti segreti per incitare con false promesse i minatori, tra cui molti dei nostri, a recarsi a scopo di lavoro nelle miniere del Canadà e di Glasebey (Howascotia)2 in America».
Detto ciò, la segnalazione: «Siccome in quei due paesi i minatori colà residenti si trovano in isciopero, che non accenna per nulla ad essere composto, crediamo nostro dovere sconsigliare vivamente i minatori italiani a non cedere alle lusinghiere promesse di quegli agenti, tanto più che è a nostra conoscenza che gli operai vengono laggiù trattati come schiavi e costretti a lavorare per un meschino salario molte ore al giorno».
Anche all’epoca, venditori di illusioni erano pronti a lucrare su bisogni e speranze di chi era costretto a partire.
1 Anno II, n. 25 – Colonia, 1 novembre 1909. Documento conservato presso la Biblioteca Storica Cadorina di Vigo di Cadore.
2 Probabilmente Glace Bay, Nuova Scozia, Canada.