L’angelo degli emigranti

Correva da poco il primo ventennio del Novecento quando una coppia di bellunesi, da poco emigrati in Canada e residenti a Glace Bay, nell’isola di Cape Breton in Nuova Scozia, decise di mettere su famiglia. Erano entrambi di Fonzaso e portavano un cognome italianissimo: Bianchi, Antonio lui e Rina lei. Fu così che nel 1923 nacque la loro primogenita, Mary, la prima di altri cinque figli, un maschio e ben quattro femmine.

Nel 1936 tutta la famiglia rientrò in Italia, a Fonzaso, e pochi anni dopo visse il tragico evento della Seconda guerra mondiale. Mary era un’adolescente con una marcia in più, anche per il fatto di essere in possesso di un invidiabile bilinguismo, a quegli anni davvero insolito e raro. E fu proprio grazie alla lingua inglese, oltre che al suo fascino, che conobbe Albert “Lofty” Shipp, un soldato inglese di stanza in Italia durante il conflitto. Fu il classico colpo di fulmine. Si innamorarono e alla fine della guerra si sposarono e andarono ad abitare in Inghilterra.

Al momento dell’ingresso nel Regno Unito, Mary rischiò di essere scambiata per la Mata Hari del dopoguerra. Era in possesso di ben tre passaporti: canadese, italiano e inglese, che innocentemente esibì alla dogana. Si susseguirono telefonate alle varie ambasciate finché tutto venne a fatica chiarito e da quel momento Mary optò per l’uso esclusivo del passaporto canadese, così da evitare guai peggiori.

Mary Bianchi Shipp divenne a Niagara un punto di riferimento per tutti gli italiani

Nel 1954, Mary e suo marito decisero che il Canada, che lei conosceva benissimo, era un grande Paese, sicuramente il posto giusto anche per loro. Scelsero l’est, dove Mary aveva altri parenti. Si stabilirono a Niagara Falls, uno dei luoghi più suggestivi al mondo, da dove non si mossero più per il resto della loro vita. Mary Bianchi Shipp divenne a Niagara un punto di riferimento per tutti gli italiani che nel dopoguerra emigrarono in quella zona. La sua competenza a proposito di iter burocratici, fiscali e contabili la portò a occupare impieghi di prestigio, senza mai trascurare di impiegare parte del suo tempo alle problematiche relative all’immigrazione.

Fu sempre attenta e disponibile a trarre d’impaccio chi ne aveva bisogno, tanto da essere la storica fondatrice della Famiglia Bellunese di Niagara Falls. Ospitò regolarmente nella sua casa parenti lontani e amici pressoché sconosciuti, trattando tutti con garbo, gentilezza e disponibilità fuori dal comune.

Ancora a novantadue anni suonati amava sedersi di fronte al computer, navigare in internet, spedire email ad amici e parenti

L’improvvisa scomparsa di Lofty la mise a dura prova, ma anche in quell’occasione seppe reagire facendo appello alla sua grande forza. Ancora a novantadue anni suonati amava sedersi di fronte al computer, navigare in internet, spedire email ad amici e parenti, collegarsi con loro e soprattutto dialogare in dialetto bellunese o in italiano, sempre con una proprietà di linguaggio perfetta.

Quando si spense, l’8 ottobre 2015, le campane di Fonzaso suonarono per lei, rendendo doveroso omaggio a una figlia lontana che tenne alto il senso di appartenenza alle radici bellunesi. Nell’alto del cielo, lanciando lo sguardo oltre il campanile, verso il monte Avena, durante i rintocchi qualcuno giura di aver visto un sorriso tra le nuvole: di certo Mary era lì e ascoltava felice.

Mara Slongo

Mary Bianchi Shipp

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