Solidarietà tra minatori emigranti
Raccontiamo in questo numero la straordinaria storia di Vittore Luigi Menegaz che nacque nel 1875 da una famiglia originaria di Caupo di Seren del Grappa. Nei primi anni del Novecento egli emigrò in Pennsylvania dove trovò impiego nelle miniere di carbone. Sposò per procura Amabile Zatta di Vellai di Feltre, che subito lo raggiunse in America dove nacquero i loro due figli, Anna e Vittore.
Nel giugno 1906, quando il secondogenito aveva solo tre mesi, Amabile e i due figli rientrarono in Italia, ignari di salutare per sempre il capofamiglia. Si sa, le comunicazioni allora non viaggiavano veloci come ora e la famiglia non ebbe più notizie del congiunto fino a quando, nel marzo dell’anno successivo, arrivò una lettera del datore di lavoro che annunciava la scomparsa di Vittore Luigi a seguito di un incidente in miniera: solo qualche riga per informare che era morto per annegamento causa l’apertura di un’improvvisa falla, non prima però di aver messo in salvo la squadra di operai di cui era responsabile. La vedova ed i figli furono sempre convinti che il congiunto fosse morto in una miniera statunitense, ma qualche anno fa, grazie ad Internet, una bisnipote fa una scoperta impensabile: la località menzionata sulla missiva non si trova in America, bensì in Sudafrica, precisamente nella località denominata Witwatersrand, nei pressi di Johannesburg.
E qui entrano in campo Oscar De Bona e la nostra Associazione che mettono in contatto la famiglia Menegaz con Arturo Costella, già presidente della Famiglia Bellunese del Sudafrica, anche lui con un passato da minatore.
Egli si mette subito alla ricerca e nel vecchio cimitero cattolico di Springs, al posto numero uno, sotto un’enorme pianta di eucalipto, trova le spoglie di Vittore Luigi Menegaz, come riportato nel registro ufficiale. La famiglia conosce finalmente il luogo dove riposa il familiare e deduce che in data imprecisata egli si è trasferito in Sudafrica per lavorare nelle miniere d’oro di Geduld, ritenute forse più redditizie e meno pericolose di quelle di carbone. Artuto Costella, a cui la famiglia sarà per sempre riconoscente, fa sistemare il luogo di sepoltura e questo accade proprio a cento anni dalla morte del povero Vittore Luigi. Un atto d’amore verso questo sfortunato emigrante che soddisfa il desiderio di una famiglia di testimoniare che il proprio caro non è mai stato dimenticato.
Storia raccolta da Luisa Carniel,
su informazioni di Annamaria e Susanna Zatta