Di qua e di là dell’oceano
di Luisa Carniel
Giacomo Cassol nacque a Pullir di Cesiomaggiore il 18 giugno 1879, figlio di Felice e Teresa Perenzin. Verso la fine dell’Ottocento, la famiglia Cassol si trasferì nel paese di Rasai di Seren del Grappa, dove erano mezzadri; qui Giacomo conobbe Maria Domenica Corso, che sposò nel 1900. Maria era nata a Rasai il 24 febbraio 1882 e, avendo perso ambedue i genitori quando ancora era piccolissima, era stata cresciuta da una zia.
Fu Giovanni, classe 1869 e fratello maggiore di Giacomo, ad aprire la strada per gli Stati Uniti e lo fece già nel 1903, dirigendosi, assieme ad un nutrito gruppo di serenesi, a Pocahontas, West Virginia. L’anno seguente, a tre mesi di distanza l’uno dall’altro, emigrarono prima il fratello Giuseppe, nato nel 1874, e poi Giacomo, che lasciò a Rasai la moglie Maria con i tre figli, Giacomina, Antonio e Angelina. Giacomo trovò lavoro nella costruzione della ferrovia, sempre nello Stato della West Virginia e due anni dopo la moglie lo raggiunse, portando con sé la primogenita.
Vivevano in una delle baracche messe a disposizione dalle ferrovie e, per aumentare le entrate della famiglia, Maria gestiva una taverna, dove la sera faceva la cena agli operai senza famiglia al seguito, aiutata nel servizio dalla piccola Giacomina. In America nacquero altri due figli: Virginia, che deve il suo nome allo Stato che accolse i genitori, e Quinto, nato nel 1910 a Nolansburg, nel Kentucky dove si erano trasferiti.
Due anni più tardi tutta la famiglia ritornò in Italia, dove rimase però per soli due anni, perché fu di ritorno – ancora nel Kentucky – qualche mese prima dello scoppio della Grande Guerra. Nel frattempo, nel 1913 era nato Vittorio e subito dopo la madre era andata a fare la balia da latte a Milano, lasciando il piccolo presso una famiglia di Porcen. Nel 1916, in terra americana nacque Pietro e due anni dopo la famiglia rientrò definitivamente a Rasai, dove venne alla luce l’ottavo e ultimo figlio, Roberto.
Giacomo Cassol successivamente emigrò in Libia con il figlio maggiore, entrambi furono impiegati nell’edilizia; Giacomo morì nel 1933. La moglie Maria, rimasta vedova a soli cinquant’anni, si trasferì allora a Milano per riprendere il lavoro di balia, questa volta asciutta, rimanendo nella città meneghina per più di vent’anni e facendo crescere diversi rampolli della buona società milanese; morì a Rasai all’età di settantadue anni.
Quinto Cassol, figlio di Giacomo e Maria, ritornò a Berkley, Virginia, nel 1929; sposò una certa Helen e per molti anni non diede notizie di sé alla famiglia.
Giacomina Cassol, primogenita di Giacomo e Maria, in Virginia conobbe Pietro Peraldo, un ingegnere originario di Biella, che sposò giovanissima e al quale diede tre figli. Il rapporto non durò molto e nel 1925 Giacomina rientrò in Italia, portando con sé i figli; si stabilì a Roma, dove faceva l’interprete.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, non volendo che i figli vi partecipassero, mandò i due maschi, Dante e William, dal padre in Virginia. La cattiva sorte, però, spezzò presto le loro vite: il più giovane morì per un’intossicazione alimentare mentre l’altro, William, fu vittima di un attentato a Berlino nel 1948; è sepolto nel cimitero di Arlington e gli è stata conferita una medaglia per meriti di guerra.
Pietro Cassol, penultimo figlio di Giacomo e Maria, emigrò definitivamente in Francia, mentre il fratello Roberto nel 1941 partì volontario per la campagna di Russia, morendovi però due anni più tardi.
L’emigrazione caratterizzò anche i numerosi nipoti di Giacomo e Maria, tra cui Elena: ma questa sarà un’altra storia da raccontare.