L’Unione dei minatori di Bingham

«Qualunque fratello, stato membro di quest’Unione per tre mesi ed in regola nel pagamento, il quale, per disgrazia o malattia sia reso incapace di attendere alle sue ordinarie occupazioni, riceverà dai fondi di quest’Unione la somma di sette dollari alla settimana per un periodo non eccedente dieci settimane in ciascun anno, purché la sua malattia o disgrazia non sia stata causata da intemperanza o condotta immorale, né sia preesistita all’ammissione del membro nell’Unione; nel quali casi nessun sussidio potrà essere concesso».

«Tutti i membri che firmano la Costituzione e i Regolamenti e non sono in arretrato di tre mesi nel pagamento delle tasse, multe o sopra tasse avranno diritto al sussidio funerario di settantacinque dollari. In mancanza di un parente o di chi per esso il Presidente impiegherà una somma sufficiente per le spese funerarie e qualunque rimanenza sarà rimessa all’Unione, unitamente alle ricevute delle spese».

«Il seppellimento dei membri defunti verrà eseguito sotto la sorveglianza del Presidente assistito dai funzionari subalterni dell’Unione. Questi darà avviso dell’ora e del luogo del funerale. Tutti i membri dell’Unione dovranno, in seguito ad avviso del Presidente, intervenire ai funerali e scortare le salme ai limiti della città».

Solidarietà, vicinanza, spirito di fratellanza e tutela reciproca. Sono i sentimenti che emergono da questi passaggi presenti nella Costituzione e Regolamento dell’Unione dei minatori di Bingham, adottati il 16 settembre 1901. 

Concetti che traspaiono ancora più chiaramente dal preambolo: «Ammesso che per la natura stessa del nostro inumano e pericoloso lavoro incombe su noi lo spettro di molti mali e della vecchiaia prematura; Ammesso che una associazione protettrice dei suoi membri sarebbe anche di sollievo alle corporazioni del Distretto di Bingham; Ammesso che la ricerca di lavoranti pratici ed esperti è proporzionata al profitto che ne deriva; Ritenendo utile di coltivare il sentimento della solidarietà tra i nostri compagni allo scopo di opporre una ferma resistenza a qualsiasi atto d’ingiustizia; Noi, minatori del Distretto Minerario di West Mountain, abbiamo deciso di formare una associazione sotto il nome di Unione dei Minatori di Bingham, No. 67 della Federazione dei minatori dell’Ovest d’America, per la promozione e protezione dei nostri comuni interessi e abbiamo adottato gli annessi Costituzione e Regolamento per nostra guida. “Stretti in fascio siam potenti” ed agendo giustamente di nessuno possiamo temere».

Il nome Bingham ci porta tra le Oquirrh Mountains, a sud-ovest di Salt Lake City, stato dello Utah. Ma è profondamente radicato anche nella memoria del Bellunese, in particolare del Basso Agordino. Proprio da qui, infatti, partirono migliaia di persone (uomini soli o con famiglie al seguito, talvolta in più viaggi di andata e ritorno nel corso dei decenni) dirette alla miniera di rame a cielo aperto di Bingham Canyon, il più grande scavo al mondo realizzato da mano umana, nel 1966 designato National Historic Landmark dal governo americano e tra le vallate bellunesi identificato anche da un nome che ne connota l’intrinseco legame con la storia dell’emigrazione: “cimitero degli agordini”. 

Perché proprio gli agordini? Per il bagaglio di competenze ed esperienze su cui potevano contare grazie alla lunga tradizione di lavoro minerario nei siti di Valle Imperina (Rivamonte) e di Vallalta (Gosaldo). Attività esportate fin dall’altra parte dell’oceano, dove il rigorso impegno sembrava poter garantire un futuro migliore, ma anche dove – come si evince dal documento – era necessario provvedere, uniti, a far fronte alle incognite e alle avversità di un «inumano e pericoloso lavoro».

Documento gentilmente concesso da Giovanni Dal Col

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