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Gloria insolita dell’umana sapienza

Custode di un segreto racchiuso con sé nella tomba. Una tecnica tuttora misteriosa che gli valse l’appellativo di “Pietrificatore”. Girolamo Segato, nato a Sospirolo il 13 giugno del 1792, l’aveva appresa nelle sue spedizioni archeologiche in Egitto, durante le quali studiò a lungo i sistemi di mummificazione. 

Il suo metodo, però, era diverso. Una procedura che ancora oggi, nonostante analisi, studi e tentativi di imitazione susseguitisi negli anni, nessuno è stato in grado di svelare. Permetteva di pietrificare gli elementi, arrestando la decomposizione della materia organica. Una tecnica che Segato applicò soprattutto a parti di corpo, umane e animali.

Esempi tuttora perfettamente integri del suo lavoro si trovano tra il Museo del Dipartimento di Anatomia, Istologia e Medicina Legale dell’Università degli Studi di Firenze – città in cui Segato si stabilì per portare avanti le proprie attività scientifiche -, Palermo e la Reggia di Caserta. Proprio all’interno della Reggia, nella Sala dell’Estate, è esposto un tavolino il cui ripiano è costituito da una sezione di quercia pietrificata, opera di Segato.

Gran parte dei suoi ritrovamenti, lasciati al Cairo al momento del ritorno in Italia, furono purtroppo distrutti in un incendio avvenuto nella città egiziana nel 1823. 

Cartografo, topografo, naturalista, egittologo, studioso degli antichi metodi di produzione dei papiri, nei suoi viaggi in Africa esplorò regioni sconosciute della Nubia e dell’Oasi di Siwa, tracciando carte e raccogliendo reperti archeologici di vario genere, molti dei quali contribuirono a far nascere il primo fondo della sezione egizia del museo di Berlino-Charlottenburg. Gran parte dei suoi ritrovamenti, lasciati al Cairo al momento del ritorno in Italia, furono purtroppo distrutti in un incendio avvenuto nella città egiziana nel 1823. 

Autore dei Saggi pittorici, geografici, statistici, idrografici e catastali sull’Egitto (1827) e dell’opera pubblicata postuma Atlante monumentale del Basso e dell’Alto Egitto (1837-1838), morì prima dei quarantaquattro anni, il 3 febbraio 1836, a Firenze.

Fu sepolto nella basilica di Santa Croce, dove il monumento a lui dedicato recita: «Qui giace disfatto Girolamo Segato da Belluno che vedrebbesi intero pietrificato se l’arte sua non periva con lui».