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Un’avventura americana

I fratelli Celeste e Pietro Lorenzini costruirono la loro casa a Selva di Cadore nel 1904. Dopodiché, per guadagnare il denaro necessario a pagare le spese, decisero di partire per l’America. Il piroscafo sul quale viaggiarono li condusse a New York, dove una volta sbarcati ebbero modo di trovare solamente qualche lavoro precario, che non permetteva tuttavia di risparmiare denaro a sufficienza per il loro scopo. Per questo motivo, un giorno, scorto un manifesto in lingua italiana sul quale era scritto: «Si cercano operai italiani per la Florida», deciso di lasciare New York e partire per la loro nuova meta, attratti dalle possibilità che il manifesto sembrava offrire.

Dopo tre giorni in nave e uno in treno, giunsero sulla punta della Florida, nei pressi del Mar dei Caraibi, dove li accolse un’amara sorpresa: il lavoro in cui vennero impiegati era pressoché in condizioni di schiavitù, per questo decisero di fuggire. Attraversarono la punta della Florida a piedi e arrivarono fino a Miami, nelle vicinanze di un villaggio di pescatori. Qui scoprirono che lo Stato forniva gratuitamente degli appezzamenti di terra, i quali, una volta recintati e lavorati per tre anni, diventavano di proprietà dei coltivatori.

Con un asino e dei lavoratori neri, iniziarono a coltivare fragole. Non passò molto prima che la zona venisse “scoperta” dalla gente degli stati del Nord, e infatti di lì a poco un industriale si accinse a costruire in quell’area un albergo. Celeste e Pietro vennero così assunti come falegnami.

Con il trascorrere degli anni iniziarono a raggiungerli in America gli altri familiari, eccetto la prima moglie di Pietro, che all’epoca era incinta. La donna morì di parto e così Pietro, seguito dagli altri parenti, fu costretto a tornare in Italia, e a rinunciare quindi alla proprietà del grande terreno al centro dell’attuale Miami.

Serena Bassot

Miami, 1904. Da sinistra, Celeste e Pietro Lorenzini (i due fratelli) e il loro cognato Ermenegildo Lorenzini.