Fiero del suo cappello alpino e delle medaglie al petto, Camillo Arnoldo Cason, che qui vediamo nella foto, è uno dei tanti esempi bellunesi del binomio emigrante-combattente.
Camillo nacque a Zurigo il 12 gennaio 1899, secondogenito di Giuseppe Cason e Antonietta Buttol, i quali erano emigrati per lavoro in Svizzera, dove si erano conosciuti qualche anno prima e dove erano tornati dopo il matrimonio, avvenuto nel 1896 ad Agordo, paese di origine della sposa. Giuseppe invece era nativo di Pren di Feltre e qui egli rientrò da Zurigo con la famiglia agli inizi del 1900; Camillo visse dunque la sua infanzia nella frazione feltrina, dove frequentò le scuole e temprò il suo carattere deciso ma buono, presto avezzo alle difficoltà della vita di allora. A diciotto anni Camillo venne arruolato e nei primi mesi di servizio militare fu a Belluno, nel magazzino del Battaglione Feltre. Venne poi mandato sul campo: divenne caporale maggiore del 3° Reggimento Alpini, Battaglione Val Cenischia. Nel 1924 gli venne concessa la croce al merito dal Ministero della guerra, a cui fece seguito quella di Cavaliere di Vittorio Veneto. Tra il ’20 e il ’30, Camillo emigrò per diversi periodi lavorativi stagionali in Francia, impiegato nel settore edile in compagnia del padre e del fratello Silvio. Si trasferì poi a Milano, dove lavorò alle dipendenze dell’Istituto per bisognosi Cardinal Ferrari. Era il 1927 quando si recò a Somma Lombardo, in provincia di Varese, per presenziare al matrimonio di un suo amico, un certo Miglioranza, anch’egli feltrino; qui conobbe la sua futura sposa, Antonietta Casolo. Un anno dopo venne celebrato il matrimonio, da cui nacquero due figli, Enrica e Giuseppe. Nel piccolo centro varesino Camillo faceva inizialmente lavori di diverso tipo, finchè il suocero chiese al suo datore di lavoro se aveva un posto per lui nella sua fabbrica tessile. Camillo venne assunto subito e vi rimase fino all’età della pensione. Ogni anno tornava al suo paese, ai piedi del Paffagai, dove amava ritrovare gli amici di infanzia e i numerosi fratelli e sorelle, che sempre ha aiutato nei momenti di bisogno. Persona molto generosa e altruista, aveva uno spirito gioviale, aperto all’amicizia e all’allegria. Due sono stati i suoi ideali di vita: la famiglia e l’amore per la Patria; finchè le condizioni di salute glielo hanno permesso, ha sempre partecipato alle annuali sfilate degli Alpini. Si è spento nel 1979.
Fonte: BNM n 10/2015