Guglielmo Salviato “Memo”

Guglielmo Salviato

Gunti a ottant’anni, il passato ritorna alla mente come destato da un’intima ed arcana potenza.

Sono nato il 25 aprile del 1935 a Mirano, in provincia di Venezia, penultimo di dodici fratelli. Mio papà e mia mamma lavoravano la terra, io li seguivo in questa attività sin da bambino. Tuttavia i miei genitori pensavano che potessi ambire ad altre mete, per raggiungere un titolo di studio come perito meccanico. Ma il mio orientamento mi portava ad altri orizzonti. Ero affascinato dal mestiere del barbiere e così ogni giorno percorrevo quattordici chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno, tra il mio paese Campocroce di Mirano e la città di Mestre, dove lavoravo. Ovviamente in bicicletta.

Mi costava un po’ di sacrificio, ma lo affrontavo con gioia, in quanto necessario per apprendere la tanto desiderata “Arte di Figaro”.
Una mia sorella, che era sposata a Longarone, mi procurò un posto di lavoro in quel piccolo centro pieno di vita. Un giorno, avido di conoscenze geografiche ed umane, inforcai la bicicletta e raggiunsi, con non poca fatica, Forno di Zoldo. La gente che avevo incontrato, lo splendore delle rocce arabescate dal sole mi affascinarono. Fu proprio in quel periodo che il barbiere del luogo, Liberale Santin, abbandonava l’attività per cercare un miglioramento finanziario in Germania. Rilevai l’attività a Dozza, in un ambiente angusto. In seguito, un altro barbiere del luogo chiudeva la sua attività, proprio in piazza a Forno di Zoldo. Senza esitazioni presi sotto la mia guida questa nuova attività. Ero giovane e ricco di speranza.

Nel 1961 è poi giunto il giorno più lieto della mia vita, quando davanti all’altare di Pieve ho scambiato l’eterno “Sì” con Mariliana. Il destino dell’esistenza mi portava poi in Germania a lavorare come gelatiere, seguendo così l’esempio di tanti compaesani.

Senza tuttavia abbandonare i due negozi portati avanti dai miei dipendenti, dato che nel periodo invernale continuavo a prestare la mia opera di barbiere. Nel novembre del 1966 la fatidica alluvione rendeva vani tutti i miei sforzi, orientati ad un servizio nei confronti della popolazione. Non mi persi d’animo e nel marzo successivo la mia attività di barbiere riprendeva, in un ambiente rinnovato ed accogliente, a Forno. Nel 2001 ho lasciato l’attività di gelatiere in Germania. Dopo tredici anni di matrimonio sono diventato padre di Eleonora (inesieme nella foto a sinistra). Questo nel 1974. Ed è per Eleonora che abbiamo rinunciato all’attività di gelatiere, essendo lei non autosufficiente. Siamo stati sempre convinti dell’antico detto che dice: “il Signore tutto non dà e tutto non toglie”. Anche nella fatica, nel costante impegno, nelle preoccupazioni abbiamo trovato momenti dì gioia profonda. Ogni piccolo miglioramento di nostra figlia diventava per noi una conquista, ogni suo sorriso un appagamento per l’amore che le abbiamo riservato. Il 3 febbraio del 1991 la Commissione Diocesana, presieduta dall’allora Vescovo Maffeo Ducoli, ci assegnava il Premio della Bontà.

Oggi ripenso alla mia emigrazione che mi ha portato da Mirano a Zoldo ed in seguito da Zoldo in Germania. Ho lasciato la terra dove sono nato, ho trovato affetto e simpatia nelle terre che mi hanno accolto, ho accettato tutto ciò che il Signore mi ha dato. Vivo oggi sereno per gli anni trascorsi nel lavoro, non recrimino sulla durezza del vivere, che a volte il destino impone. Ogni sorriso di Eleonora è per me e per mia moglie come una stella che brilla nel cielo in una notte illune.

Guglielmo Salviato “MEMO”

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