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Gianluigi Bazzocco

Lostaff dell'Orient Express (linea Venezia-Londra), 1983. Il primo a sinistra è Gianluigi Bazzocco di Fonzaso, assieme a tutti i suoi collaboratori
Lo staff dell’Orient Express (linea Venezia-Londra), 1983. Il primo a sinistra è Gianluigi Bazzocco di Fonzaso, assieme a tutti i suoi collaboratori

La mia storia di lavoro ed emigrazione incomincia appena finita la quinta elementare. Non venivo certo da una famiglia ricca. Uno dei modi per avere una bocca in meno da sfamare era quello di seguire mia madre che lavorava in una albergo in Cadore. Facevo il fattorino e qualche lavoretto. Questo si è ripetuto per diverse estati, fino ai 14 anni. Terminate le medie ho deciso di frequentare una scuola alberghiera in un collegio a Trento. Finite le lezioni, durante l’estate andavo a lavorare e nel ‘66 ho cominciato come apprendista al “Bonvecchiati”. Terminato il biennio e arrivato con ottimi voti al diploma, la prima stagione l’ho fatta subito all’estero, a Stoccarda al “Graf Zeppelin”, chiamato “l’albergo della Regina” perché vi aveva soggiornato la Regina d’Inghilterra. Lì ho cominciato a conoscere vari personaggi importanti, la famiglia Bosch, ad esempio. Per una settimana ho avuto modo di seguire direttamente, assieme a un collega, l’ex famiglia reale degli Hohenzollern. E così ho appreso il modo di pormi con questo tipo di clientela. Conclusa la stagione, sono andato al Bauer a Venezia e mi sono proposto.

Ci sono rimasto per circa 19 mesi, poi ho fatto il servizio militare. Anche al Bauer ho avuto modo di conoscere diversi personaggi di rilievo, ad esempio Paola di Liegi, prima che diventasse regina, o Berrestein, che dirigeva La Fenice. Finita la naja un’amica mi ha prospettato la possibilità di andare in Germania per lavorare in gelateria. Ho accettato e ci sono rimasto per circa 18-20 mesi. Poi ancora al Bauer, e lì ho avuto l’occasione di andare in Svizzera con un collega, in un albergo situato in una stazione sciistica in cui si svolgevano anche gare internazionali e dove ho conosciuto la squadra maschile e femminile austriaca. Sono tornato a Venezia e poi di nuovo per l’inverno in Svizzera, all’albergo Metropole. Dopo un paio di mesi che ero assunto, mi hanno messo a fare lo chef de service. Dovevo gestire il ristorante, il bar della hall e il night club. Era un lavoro variegato e impegnativo, ma quando sono andato via mi hanno detto che l’avevo svolto in modo soddisfacente.

Finito il periodo al Metropole, ho preso in gestione un bar-pensione-trattoria a Farra di Feltre assieme a mio fratello, e nei week-end ci aiutava la mamma e a volte anche la nonna settantasettenne. Dopo sei anni l’ho ceduto e ho preso una pizzeria, che ho gestito per due anni. Dopodiché, mi si è aperta la prospettiva di andare a lavorare nei battelli che sul fiume Reno percorrevano la tratta Basilea-Rotterdam o Basilea-Amsterdam. Ci sono rimasto un anno. Dovevo rimanere anche il secondo e invece prima di ripartire ho trovato una pubblicità sul Gazzettino per la ricerca di personale sull’Orient Express.

Ho ottenuto il posto e ho lavorato a bordo di quel treno di lusso per sette anni. Era frequentato da un’infinità di personaggi di fama mondiale.

Facevamo la tratta Venezia-Boulogne, 3600 km circa in tre giorni. Il lavoro non era dei più semplici. Il treno era stato rifatto all’interno, ma i carrelli erano gli stessi di quando era stato costruito, perciò ballava molto ed era difficile e faticoso lavorarci. Si faceva un viaggio alla settimana, ma è capitato di farne anche tre di fila. Dopo sette anni e più di un milione di chilometri, ho gestito per 10 anni un rifugio. Era un vecchio rifugio che ho rinnovato e migliorato, raggiungendo gli obiettivi che la società proprietaria si era prefissata. Poi ho ripreso un altro ristorante nella zona di Feltre. Sono arrivato che non c’era niente e quando sono andato via si facevano più di 100 coperti a mezzogiorno, ma nei primi sei mesi non avevo davvero clienti. Dopo cinque anni, ho preso assieme a degli amici un altro locale, un bar. Ho anche deciso che volevo proseguire i miei studi. La sera andavo a lezione e ho conseguito il diploma alberghiero vero e proprio a Falcade. Poi mi è venuto il pallino dell’Università, e ho deciso di frequentare a Castelfranco dei corsi di Scienza e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione. Ho chiuso l’attività, mi sono iscritto e tre anni dopo mi sono laureato.

Gianluigi Bazzocco. Da Fonzaso all’Orient Express

Lo staff dell’Orient Express (linea Venezia-Londra), 1983.
Il primo a sinistra è Gianluigi Bazzocco di Fonzaso, assieme a tutti i suoi collaboratori

La mia storia di lavoro ed emigrazione incomincia appena finita la quinta elementare. Non venivo certo da una famiglia ricca. Uno dei modi per avere una bocca in meno da sfamare era quello di seguire mia madre che lavorava in una albergo in Cadore. Facevo il fattorino e qualche lavoretto. Questo si è ripetuto per diverse estati, fino ai 14 anni. Terminate le medie ho deciso di frequentare una scuola alberghiera in un collegio a Trento. Finite le lezioni, durante l’estate andavo a lavorare e nel ‘66 ho cominciato come apprendista al “Bonvecchiati”. Terminato il biennio e arrivato con ottimi voti al diploma, la prima stagione l’ho fatta subito all’estero, a Stoccarda al “Graf Zeppelin”, chiamato “l’albergo della Regina” perché vi aveva soggiornato la Regina d’Inghilterra. Lì ho cominciato a conoscere vari personaggi importanti, la famiglia Bosch, ad esempio. Per una settimana ho avuto modo di seguire direttamente, assieme a un collega, l’ex famiglia reale degli Hohenzollern. E così ho appreso il modo di pormi con questo tipo di clientela. Conclusa la stagione, sono andato al Bauer a Venezia e mi sono proposto.
Ci sono rimasto per circa 19 mesi, poi ho fatto il servizio militare. Anche al Bauer ho avuto modo di conoscere diversi personaggi di rilievo, ad esempio Paola di Liegi, prima che diventasse regina, o Berrestein, che dirigeva La Fenice. Finita la naja un’amica mi ha prospettato la possibilità di andare in Germania per lavorare in gelateria. Ho accettato e ci sono rimasto per circa 18-20 mesi. Poi ancora al Bauer, e lì ho avuto l’occasione di andare in Svizzera con un collega, in un albergo situato in una stazione sciistica in cui si svolgevano anche gare internazionali e dove ho conosciuto la squadra maschile e femminile austriaca. Sono tornato a Venezia e poi di nuovo per l’inverno in Svizzera, all’albergo Metropole. Dopo un paio di mesi che ero assunto, mi hanno messo a fare lo chef de service. Dovevo gestire il ristorante, il bar della hall e il night club. Era un lavoro variegato e impegnativo, ma quando sono andato via mi hanno detto che l’avevo svolto in modo soddisfacente. Finito il periodo al Metropole, ho preso in gestione un bar-pensione-trattoria a Farra di Feltre assieme a mio fratello, e nei week-end ci aiutava la mamma e a volte anche la nonna settantasettenne. Dopo sei anni l’ho ceduto e ho preso una pizzeria, che ho gestito per due anni. Dopodiché, mi si è aperta la prospettiva di andare a lavorare nei battelli che sul fiume Reno percorrevano la tratta Basilea-Rotterdam o Basilea-Amsterdam. Ci sono rimasto un anno.

Dovevo rimanere anche il secondo e invece prima di ripartire ho trovato una pubblicità sul Gazzettino per la ricerca di personale sull’Orient Express.

Ho ottenuto il posto e ho lavorato a bordo di quel treno di lusso per sette anni. Era frequentato da un’infinità di personaggi di fama mondiale. Facevamo la tratta Venezia-Boulogne, 3600 km circa in tre giorni. Il lavoro non era dei più semplici. Il treno era stato rifatto all’interno, ma i carrelli erano gli stessi di quando era stato costruito, perciò ballava molto ed era difficile e faticoso lavorarci. Si faceva un viaggio alla settimana, ma è capitato di farne anche tre di fila. Dopo sette anni e più di un milione di chilometri, ho gestito per 10 anni un rifugio. Era un vecchio rifugio che ho rinnovato e migliorato, raggiungendo gli obiettivi che la società proprietaria si era prefissata. Poi ho ripreso un altro ristorante nella zona di Feltre. Sono arrivato che non c’era niente e quando sono andato via si facevano più di 100 coperti a mezzogiorno, ma nei primi sei mesi non avevo davvero clienti. Dopo cinque anni, ho preso assieme a degli amici un altro locale, un bar. Ho anche deciso che volevo proseguire i miei studi. La sera andavo a lezione e ho conseguito il diploma alberghiero vero e proprio a Falcade. Poi mi è venuto il pallino dell’Università, e ho deciso di frequentare a Castelfranco dei corsi di Scienza e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione. Ho chiuso l’attività, mi sono iscritto e tre anni dopo mi sono laureato.

Cameriere sull’Orient Express

La mia storia di lavoro ed emigrazione incomincia appena finita la quinta elementare. Non venivo certo da una famiglia ricca. Uno dei modi per avere una bocca in meno da sfamare era quello di seguire mia madre che lavorava in una albergo in Cadore. Facevo il fattorino e qualche lavoretto. Questo si è ripetuto per diverse estati, fino ai 14 anni. Terminate le medie ho deciso di frequentare una scuola alberghiera in un collegio a Trento. Finite le lezioni, durante l’estate andavo a lavorare e nel ’66 ho cominciato come apprendista al “Bonvecchiati”. Terminato il biennio e arrivato con ottimi voti al diploma, la prima stagione l’ho fatta subito all’estero, a Stoccarda al “Graf Zeppelin”, chiamato “l’albergo della Regina” perché vi aveva soggiornato la Regina d’Inghilterra. Lì ho cominciato a conoscere vari personaggi importanti, la famiglia Bosch, ad esempio. Per una settimana ho avuto modo di seguire direttamente, assieme a un collega, l’ex famiglia reale degli Hohenzollern. E così ho appreso il modo di pormi con questo tipo di clientela. Conclusa la stagione, sono andato al Bauer a Venezia e mi sono proposto. Ci sono rimasto per circa 19 mesi, poi ho fatto il servizio militare. Anche al Bauer ho avuto modo di conoscere diversi personaggi di rilievo, ad esempio Paola di Liegi, prima che diventasse regina, o Berrestein, che dirigeva La Fenice. Finita la naja un’amica mi ha prospettato la possibilità di andare in Germania per lavorare in gelateria. Ho accettato e ci sono rimasto per circa 18-20 mesi. Poi ancora al Bauer, e lì ho avuto l’occasione di andare in Svizzera con un collega, in un albergo situato in una stazione sciistica in cui si svolgevano anche gare internazionali e dove ho conosciuto la squadra maschile e femminile austriaca. Sono tornato a Venezia e poi di nuovo per l’inverno in Svizzera, all’albergo Metropole. Dopo un paio di mesi che ero assunto, mi hanno messo a fare lo chef de service. Dovevo gestire il ristornate, il bar della hall e il night club. Era un lavoro variegato e impegnativo, ma quando sono andato via mi hanno detto che l’ho svolto in modo soddisfacente. Finito il periodo al Metropole, ho preso in gestione un bar-pensione-trattoria a Farra di Feltre assieme a mio fratello, e nei week-end ci aiutava la mamma e a volte anche la nonna settantasettenne. Dopo sei anni l’ho ceduto e ho preso una pizzeria, che ho gestito per due anni. Dopodiché, mi si è aperta la prospettiva di andare a lavorare nei battelli che sul fiume Reno percorrevano la tratta Basilea-Rotterdam o Basilea-Amsterdam. Ci sono rimasto un anno. Dovevo rimanere anche il secondo e invece prima di ripartire ho trovato una pubblicità sul Gazzettino per la ricerca di personale sull’Orient Express. Ho ottenuto il posto e ho lavorato a bordo di quel treno di lusso per 7 anni. Era frequentato da un’infinità di personaggi di fama mondiale. Facevamo la tratta Venezia-Boulogne, 3600 km circa in 3 giorni. Il lavoro non era dei più semplici. Il treno era stato rifatto all’interno, ma i carrelli erano gli stessi di quando era stato costruito, perciò ballava molto ed era difficile e faticoso lavorarci. Si faceva un viaggio alla settimana, ma è capitato di farne anche 3 di fila. Dopo 7 anni e più di un milione di chilometri, ho gestito per 10 anni un rifugio. Era un vecchio rifugio che ho rinnovato e migliorato, raggiungendo gli obbiettivi che la società proprietaria si era prefissata. Poi ho ripreso un altro ristornare nella zona di Feltre. Sono arrivato che non c’era niente e quando sono andato via si facevano più di 100 coperti a mezzogiorno, ma nei primi 6 mesi non avevo davvero clienti. Dopo 5 anni, ho preso assieme a degli amici un altro locale, un bar. Ho anche deciso che volevo proseguire i miei studi. La sera andavo a lezione e ho conseguito il diploma alberghiero vero e proprio a Falcade. Poi mi è venuto il pallino dell’Università, e ho deciso di frequentare dei corsi a Castelfranco di Scienza e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione. Ho chiuso l’attività, mi sono iscritto e 3 anni dopo mi sono laureato.

Gianluigi Bazzocco