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Arsenio Calligaro. Un bellunese nelle cronache di inizio ‘900 a Hurley

Un giorno di novembre di qualche anno fa, pervenne al Comune di Lozzo di Cadore un’email da parte del signor Pierluigi Vernetto. «Spulciando vecchi giornali italo americani di Hurley, Iron County (una zona di miniere, dove sono emigrati tanti italiani) – scriveva Vernetto – ho trovato questa notizia: “Arsenio Calligaro, 23 anni, da Lozzo Cadore colpito al capo da un grosso masso di minerale franato nel pozzo del Winsor mine. Il colpo tremendo gli lasciò una parziale atrofia al cervello. Il 5 dicembre 1910, accompagnato alla stazione da molti compaesani, l’Arsenio Calligaro partì alla volta del paese natio, dove le arie balsamiche, e forse qualche nuovo tentativo della scienza, gli ridaranno la salute”. A Lozzo Cadore è conosciuta la vicenda di Arsenio?» concludeva Vernetto.

Ecco dunque che mi premurai di effettuare alcune ricerche, sollecitato anche dal fatto che mia moglie è una nipote di Arsenio.  
Scoprii così che Calligaro Arsenio era nato a Lozzo di Cadore il 12 settembre 1887. L’8 dicembre del 1913 si era sposato con Laguna Osvalda e aveva avuto otto figli, quattro dei quali deceduti in tenera età. In base a quanto riportato sul sito di Ellis Island*, era emigrato in America per la prima volta il 24 febbraio 1907, partendo dal Porto di Le Havre con la nave “La Provence”. Arrivato in America si era trasferito direttamente a Hurley, Wisconsin, dove aveva iniziato a lavorare in miniera.  

«I sanitari di qui fecero quanto fu loro possibile per il ristabilimento di quel giovane, al quale la Compagnia aveva posto speciale affezione per la sua attività e sobrietà».

«I connazionali ricorderanno certamente l’infortunio toccato al giovane Arsenio Calligaro, colpito al capo da una frana di minerale circa un anno fa», riportava l’edizione del 10 dicembre 1910 di La Nostra Terra. Corriere Popolare del Nordvest, giornale italiano di Hurley, che proseguiva: «I sanitari di qui fecero quanto fu loro possibile per il ristabilimento di quel giovane, al quale la Compagnia aveva posto speciale affezione per la sua attività e sobrietà. Nulla valse a rimetterlo in condizione di lavorare ancora. Il colpo tremendo gli lasciò una parziale atrofia del cervello. Onde sollecitare dalla Compagnia il maggior compenso possibile, venne nominato amministratore di Arsenio Calligaro il signor Carlo Bonino il quale si incaricò dei passi necessari, fece rilasciare dal soprintendente della Compagnia il permesso di far circolare una sottoscrizione a favore dello sfortunato connazionale, seppe ottenere l’appoggio dei capitani ai quali i lavoratori, ben dimostrando quanto cameratismo alligni fra loro, risposero con vera generosità.

Anche la Compagnia concesse un buon sussidio al suo bravo minatore e lunedì scorso, accompagnato alla stazione da molti compaesani, l’Arsenio Calligaro, in compagnia dell’amico Valentino De Diana, partì alla volta del paese natio, dove le arie balsamiche, e forse qualche nuovo tentativo della scienza, gli ridaranno la salute. Il suo ultimo pensiero, espresso al signor Bonino, fu quello di ringraziare pubblicamente tutti coloro che tanto si adoperarono per lui, rammentando in special modo il suo cugino Giovanni Calligaro che gli fece come da padre in tutto il tempo della sua infermità, la Compagnia nei suoi dirigenti che gli usarono riguardi infiniti ed infine i compagni di lavoro che tutti generosamente vollero nei loro mezzi contribuire ad alleviargli la disgrazia toccatagli. E noi ci prestiamo ben volentieri ad esprimere il ringraziamento di quel bravo giovanotto al quale auguriamo di ritrovare in patria quella salute che forse gli permetterà di ritornare un giorno fra di noi».

Arsenio Calligaro con la moglie Osvalda e i figli Ruggero e Valentino

Dopo il rimpatrio, nel 1921 ritornò in America e, da notizie raccolte presso i nipoti, risulta che sia emigrato anche in Nuova Zelanda e in Germania.  
Al rientro definitivo nel nostro Paese, acquistò una casa dove visse fino alla sua morte, avvenuta il 24 luglio del 1970.

Mario Calligaro

* Il sito della “The Statue of Liberty – Ellis Island Foundation”, che raccoglie svariate liste di passeggeri sbarcati sull’isola newyorchese di Ellis Island, famoso punto d’approdo di chi emigrava via nave negli Stati Uniti.