Virgilio Pivirotto

Virgilio Pivirotto nacque a Vodo di Cadore nel 1924; proveniva dalla frazione di Vinigo. È stato emigrante a Buenos Aires per dieci anni, poi un anno e mezzo in Germania come montatore elettricista. Poi si trasferì a Lugano, dove rimase 11 anni, fino alla sua morte, avvenuta il 6 febbario 1971. Prima del matrimonio era molto impegnato nel sociale: faceva parte di una corale, di una filodrammatica, delle ACLI. Il 1 maggio 1967 aveva sposato Jole Semenzato di Mestre che aveva conosciuto fra le sue montagne. Jole era al settimo mese di gradidanza quando è rimasta vedova. Virgilio fu uno dei fautori della costituzione della Famiglia Bellunesi di Lugano. 

Fonte: BNM n. 3/1971

Ugo Panigas

Nato a Sospirolo nel 1924, ancora bambino emigrò in Svizzera con il padre minatore e la madre che gestì per lunghi anni mese operaie. Ugo seguì poi la strada della ristorazione dopo aver frequentato i corsi di Biasca e la scuola per cuochi a Lucerna. Le centinaia di operai che ebbero la lui conforto e cibo furono nei cantieri di Mauvoisin, Riddes, Sarrayer, Marchairuz, Vissoie, Fionnay, Haute-Nendaz, Arolla, Mattmark, Marly, Fribourg. Nell’ultimo priodo si sistemò con un ristorante a Martigny. Persona dalle forti doti umane e di socialità, ha speso la sua breve vita (è morto prima di compiere i 50 anni) non solo a fare il suo dovere, ma anche a rendersi utile per il prossimo. Morì a Martigny, nel Vallese, il primo gennaio 1975, lasciando la moglie e una figlia.

Fonte: BNM n. 2/1975

Maria Maddalozzo

Maria Maddalozzo è nata il 26 settembre 1896 a Rocca d’Arsiè (Belluno), figlia di Giovanni detto Nani Pierotto, che i paesani ricordano come quel gentile uomo che batteva la stecca nell’orchestra della vecchia chiesa di Rocca. Nel gennaio 1923 Maria è emigrata in Canada per sposare Giovanni Maddalozzo nella chiesa del Sacro Cuore in Vancouver; originario anch’egli di Rocca d’Arsié, vi era nato nel 1914. Maria ha dedicato tutta la sua vita alla famiglia, ai suoi figli: Lina, Elio, Ernesto e Ida. Negli anni di emigrazione molti parenti ed amici hanno trovato ospitalità nella sua casa: così Maria e il marito aiutavano i nuovi emigranti. Nel 1991 ha festeggiato i 95 anni con autorità locali e figli, nipoti e pronipoti.

Fonte: BNM n. 12/1986 e n. 2/1992

Geremia Grandelis

Geremia Grandelis nacque a Campolongo di Santo Stefano di Cadore nel 1869. La necessità di affinare le sue qualità artistiche lo portò a Venezia dove, grazie al contributo della Magnifica Comunità di Cadore, poté iscriversi all’Accademia delle Belle Arti. In questo periodo lavorò come caricaturista in giornali e riviste, per necessità ma anche per passione, se si considera che vinse il premio della sezione umorismo, alla prima Biennale di Venezia. Sotto la guida del Professor Michieli, suo maestro, realizzò una delle figure, il garibaldino dello zoccolo, del monumento a Garibaldi che si ammira ad Udine. Non è noto perché nel 1893, a 24 anni, decise di imbarcarsi per l’America. Sappiamo però che in quel Paese lasciò un segno indelebile del suo operare, tanto da essere sepolto con i massimi onori che la Confederazione americana tributava solo ai suoi cittadini migliori. Lungo sarebbe l’elenco delle opere di Geremia Grandelis eseguite in America e, probabilmente, rischierebbe di essere incompleto. Di certo si sa che lavorò intensamente per tutte le più importanti architetture realizzate agli inizi del 1900: il teatro Metropolitan, la cattedrale e il palazzo di giustizia di Washington, il parlamento di Ottawa, le biblioteche di Filadelphia e di New York. Geremia Grandelis morì a Perth Amboj, Nord America, nel 1929. Per ricordare il suo illustro concittadino, il comune di Santo Stefano di Cadore ha posto una stele scolpita da Franco Fiabane a Campolongo, paese natale di Geremia Grandelis. 

Fonte: BNM n. 3/1988

Giovanni Maria De Vido Perute

Giovanni Maria De Vido Perute, detto familiarmente Biote, era originario di San Vito di Cadore, che lasciò nel 1924 per cercare fortuna al di là dell’Oceano, in Argentina. Si stabilì a Formosa, dove fondò una impresa di costruzioni che ben presto divenne famosa in tutta la regione per la serietà e la celerità con la quale conduceva in porto impegnative opere pubbliche e private. Via via, coadiuvato dai figli e da altri fratelli e cognati che, alla spicciolata, lo raggiunsero, Biote diede corpo ad un notevole complesso industriale. Si meritò nel 1971 la onoreficenza dell’Ordine della “Solidarietà Italiana”. Dopo l’ultimo conflitto fece parecchie volte la trasvolata dal Sud America al Cadore, verso cui si sentiva sempre attratto dai ricordì di gioventù e dall’ospitalità senza riserve che parenti ed amici gli riservavano a ogni suo arrivo. Cordiale e semplce, era una persona ricca di umanità accattivante. È morto a 71 anni nella sua terra natale, San Vito, dove riposa nel cimitero locale.

Fonte: BNM n. 7/1974