Il cono gelato. Un’invenzione geniale dalle origini cadorine

Italo Marchioni
Italo Marchioni

«Il genio – scrisse Jean Cocteau – è la punta estrema del senso pratico». Il senso pratico è ciò che ha portato Italo Marchioni (nel riquadro), cadorino di Peaio nato nel 1868, ad inventare qualcosa che ora, spesso e volentieri, si trova sulla bocca di tutti, o meglio, nella bocca di tutti.

Italo Marchioni partì nel 1893 per Philadelphia. Da Philadelphia si spostò a New York, dove cominciò a lavorare come pasticcere, e da New York ad Hoboken, una città del New Jersey situata di fronte a Manhattan, dove ebbe l’idea che cambiò la sua vita.

Ogni giorno Marchioni si recava con il suo carretto a Manhttan per vendere il gelato, che a quell’epoca veniva servito o all’interno di bicchieri e scodelle, oppure su dei wafer piani. Italo, che utilizzava dei bicchierini, si accorse però che questo tipo di contenitore gli creava troppi problemi. Doveva portarne molti con sé, oppure rilavarli rapidamente. Capitava a volte, inoltre, che i bicchieri venissero rotti o rubati. Era necessario, perciò, pensare a qualcosa di più pratico ed economico, e nel 1896 ebbe l’intuizione di servire il gelato su delle cialde arrotolate che assumevano la forma di un cono. L’idea non venne però brevettata.

Primo brevetto di Italo Marchioni

Venne invece brevettata un’altra invenzione, che Marchioni realizzò nel 1903. Uno stampo per produrre con la pasta di wafer delle cialde che fungevano da “coppette” per il gelato. Da qui iniziò il periodo dell’affermazione per Marchioni, che americanizzò il suo cognome trasformandolo in Marchiony. Nel 1904 partecipò all’esposizione di St. Louis, e il suo prodotto ottenne un enorme successo. Cominciarono, tuttavia, anche alcuni problemi. Un altro gelatiere, suo concorrente, provò a rubargli l’idea, iniziando a vendere le cialde a forma di coppetta e cercando di accreditarsi come l’inventore.

Ingenuamente, infatti, Marchioni aveva brevettato solamente lo stampo per il prodotto, e non anche il prodotto stesso. Si ebbero dei processi che si conclusero nel 1913, riconoscendo a Marchioni la paternità dell’idea. Negli anni, l’azienda messa in piedi grazie alla sua invenzione assunse importanza a livello nazionale e Italo giunse ad avere fino a 45 carretti per le vie di New York. Nel 1925, un nipote, Anthony Marchiony, inventò una macchina rotante in grado di produrre coni gelato su larga scala.

Nel frattempo, Italo aveva messo su famiglia. Si era sposato con una compaesana emigrante e aveva avuto sei figli. Si ritirò dall’attività nel 1938 e vendette il marchio alla ditta Schrafft’s. Quando morì, nel 1954, all’età di 86 anni, il New York Times gli dedicò un articolo intitolato «Italo Marchiony, 86, made ice cream cone».

Simone Tormen

Il brevetto del 1929 di A. Marchiony

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