Umberto Lisot. Nel 1968 tornì gli obbiettivi per la Nasa

Al centro Umberto Lisot
Mario, Umberto e Alvimar Luiz Lisot nella vecchia corte di Can

Nacque a Can di Cesiomaggiore (BL), il 2-6-1943, da famiglia contadina. Trascorse un’infanzia felice, in mezzo alla natura, dove venivano coltivati i più svariati prodotti della terra. All’età di nove anni si trasferì a Villa di Pria – Santa Giustina , dove la famiglia acquistò un’estesa fattoria, completa di frutteto, vigneto e bosco. Il padre desiderava che rimanesse a lavorare la terra assieme al fratello, ma Umberto capì presto che non sarebbe stata la sua professione, per cui, volendo specializzarsi, andò a frequentare, presso il rinomato I.T.I. “Segato” di Belluno, il corso serale di meccanica per due anni e, successivamente, per tornitore per altri due anni. Nel frattempo lavorava come apprendista presso la ditta Corona Giampaolo a Bettin di Salce, dove venivano costruite macchine segatronchi, squadratrici ed affilatavole. Per i primi tre mesi, essendo apprendista, non percepiva stipendio ed era tenuto ad eseguire i lavori più umili, compresa la mansione di scaldare le vivande portate da casa dai singoli operai e, al sabato, la pulizia della mensa, dei capannoni e di tutti i servizi igienici. Al momento della doccia, per lui, c’era solo acqua fredda. Finalmente percepì il primo stipendio di 3.000 lire (2.000 servivano per il viaggio).
Nel 1962, completati i corsi serali, si trasferì ad Aarau (Canton Argovia), Svizzera, dove trovò subito lavoro come operaio specializzato presso la ditta Kern (oltre 1.300 dipendenti) che costruiva strumenti ottici meccanici di precisione (livelli, teodoliti,teodoliti astronomici, macchine topografiche, strumenti militari, cannocchiali, binocoli, microscopi, compassi ed altro ancora).
Il primo impatto fu duro, per la richiesta di alta precisione e per la difficoltà di traduzione, dal tedesco, delle fasi di lavorazione. Per questo frequentò un corso di tedesco e la situazione, ben presto, migliorò. Si fece subito apprezzare dai superiori, per cui gli venivano commissionate lavorazioni specialistiche di prototipi.

Nel 1967 si sposò con Ester Casagrande che partì per la Svizzera assieme a lui subito dopo il matrimonio e che venne assunta dalla stessa ditta Kern.Nel 1968 tornì gli obiettivi per la NASA, che stava preparando la spedizione sulla luna (Apollo 9) ed in seguito gliene vennero commissionati altri, fino all’Apollo 15. Inoltre lavorò alcuni prototipi anche per l’esercito russo.

Il 1969 fu un anno da ricordare: la nascita del figlio Marco, lo sbarco sulla luna ed i 150 anni di attività della ditta Kern.
Nel 1970 ci fu la svolta e venne assunto come impiegato con la mansione di tecnico di controllo volante: doveva seguire tutte le fasi di lavorazione, fino al montaggio. La stima era reciproca e al sabato mattina, nel reparto degli apprendisti, poteva utilizzare i macchinari per costruirsi vari strumenti: dei cannocchiali, un binocolo, un telescopio, una lampada, dei soprammobili ed un orologio a muro.
Gli anni trascorsi in Svizzera furono molto belli e con tante soddisfazioni, ma c’era il desiderio di tornare in Italia. Nel 1973 nacque il secondogenito Luca e, quando egli aveva solo sette mesi, la moglie partì, con i due figli, per l’Italia e, nel 1975, anche Umberto ritornò al paese, dove subito trovò lavoro presso l’allora Zanussi di Mel, con la mansione di caposquadra, fino alla pensione.
Gli è rimasto l’amore per la natura: cura un piccolo frutteto ed ha mantenuto l’hobby di apicoltore e di tecnico apistico.

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