Un tetto alle migrazioni

Chiudere la frontiera a soggetti “indesiderati”. E preservare «l’omogeneità culturale e razziale della popolazione americana». Era l’obiettivo dell’Emergency Quota Act, una legge federale statunitense introdotta il 19 maggio 1921 per limitare gli ingressi nel Paese di emigranti provenienti dall’Europa.

Una norma che, come si evince dal nome, nacque da una situazione di emergenza (vera o presunta) provocata dal crescente approdo in terra americana di persone in fuga dalle difficoltà economiche di un’Europa risvegliatasi a pezzi dall’incubo della Prima guerra mondiale.

In realtà il dibattito da cui prese spunto il “Quota Act” era in corso già da tempo e si basava sulla convinzione che una completa integrazione da parte di migranti provenienti da contesti non anglosassoni fosse impossibile. Da qui la necessità (ancora una volta, vera o presunta) di restringere i flussi soprattutto dall’area mediterranea del Vecchio continente. 

Prima della legge del 19 maggio 1921, un provvedimento analogo era stato assunto nel 1917: l’Immigration Act, che aveva introdotto un test d’ingresso – il Literacy Test – con cui verificare il possesso di requisiti minimi di alfabetizzazione per ottenere il visto d’ingresso negli Stati Uniti. 

Il Quota Act del ’21 stabilì una tetto massimo agli arrivi negli States, un contingente annuo calcolato in base alla quota del 3% di ciascuna nazionalità già presente nel Paese. 

L’applicazione pratica consentì la migrazione in America, nel 1922 – primo anno di effettiva validità -, a 357.000 persone, di cui circa 175.000 di origine nord europea o anglosassone, e circa altrettante dall’Europa meridionale, con una netta diminuzione (voluta) rispetto ai dati degli anni precedenti, quando la media di arrivi era di circa 600.000 emigranti.

Ancora più restrittivo il successivo National Origins Act del 1924, che portò le quote di ingresso dal 3 al 2%.

Gli effetti sugli italiani furono numericamente molto evidenti. Il Quota Act aveva ammesso circa 42 mila italiani. Con il National Origins il loro numero non andò oltre i 5.500. 

Nel 1927 un’ulteriore modifica al ribasso, che portò a 150.000 gli ingressi complessivi, favorendo quasi esclusivamente britannici, irlandesi e tedeschi.

Informazioni tratte da Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo.

Sbarco a Ellis Island
Fonte: commons.wikimedia.org

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