Un sorriso che illumina il mondo
di Paolo Sebben
La sua vita racconta di ostacoli superati, di coraggio per intraprendere nuove strade e di amore per il lavoro. Lui è Gianluigi Sebben, meccanico nato nel 1932 a Fonzaso.
Unico figlio maschio in una famiglia con altre tre sorelle, fin da giovane ha assunto una grande responsabilità e ha vissuto da vicino la guerra quando era adolescente. Le esperienze di quel periodo lo hanno segnato restando ancora oggi indelebili.
Dopo aver completato la sua formazione alle scuole industriali e aver acquisito conoscenze sulle automobili in un’officina fonzasina, durante il servizio militare è stato assegnato al Corpo degli Alpini a Roma. Lì ha accumulato ulteriori esperienze in un’officina dell’esercito, esperienze che in seguito gli sono state utili nella carriera professionale.
Dopo la “naja”, ha lavorato come autista di camion e ha rifornito di bevande bar e ristoranti nella zona feltrina.
Dopo diverse esperienze lavorative in Italia, negli anni Cinquanta ha deciso di fare il salto in Svizzera, dove è stato dipendente in una fabbrica nel Canton Glarona.
Il passaggio del confine per potenziali lavoratori provenienti dall’estero all’epoca era un vero e proprio controllo sanitario, durante il quale l’emigrante doveva sottoporsi a un esame medico e ai raggi X. La strana discussione con i medici elvetici su quanto fosse sufficientemente in salute per lavorare in Svizzera capitata a Gianluigi è difficile da credere oggi.
Nonostante le difficoltà iniziali con la nuova cultura e la nuova lingua, Gianluigi si è fatto un nome come bravo professionista. Non ha riparato solo macchinari e automobili, ma anche aerei ed elicotteri all’aeroporto di Mollis. Il suo talento e la sua abilità erano molto apprezzati. Ha lavorato inoltre come meccanico nel reparto sperimentale della Netstal AG.
Come membro dell’Associazione Bellunesi nel Mondo di Glarus si è impegnato per i bisogni della comunità bellunese e italiana
Per un periodo ha viaggiato come tecnico in tutta Europa, ricavandone numerose esperienze a volte divertenti. Il suo aneddoto sul piatto quotidiano di cervo in un lussuoso albergo francese, perché non riusciva a capire altro dal menù, è solo uno dei tanti.
Come membro dell’Associazione Bellunesi nel Mondo di Glarus si è impegnato per i bisogni della comunità bellunese e italiana e ha ricoperto per molti anni il ruolo di vicepresidente. La sua abilità retorica è rimasta perlopiù nascosta, perché preferiva tenersi lontano dai riflettori.
In Svizzera ha conosciuto la sua futura moglie, Maria. È un po’ ironico pensare che lei è originaria di Faller, a soli due passi da Fonzaso.
Dopo più di quarant’anni in Svizzera, lui e Maria sono alla fine tornati a Fonzaso per trascorrere la vecchiaia.
Anche in età avanzata il suo intelletto, il suo spirito e il suo entusiasmo per la vita sono rimasti intatti. Ma negli ultimi anni per Gianluigi ci sono stati momenti difficili. Colpito gravemente dalla pandemia di Covid-19, è stato ricoverato in Terapia intensiva e ha combattuto coraggiosamente per la propria vita. Grazie alle tempestive e professionali cure mediche in Terapia intensiva e in Pneumologia a Feltre, così come alla sua forza di volontà, ha superato la fase più difficile. Ma la situazione non si è del tutto risolta. Il ricovero nell’Ospedale di comunità di Alano e in seguito nella Geriatria di Feltre gli hanno tolto la dignità e la gioia di vivere.
Si è trovato a soffrire in modo incredibile fino a quando è finalmente riuscito a ritrovare la vita grazie a una clinica privata a Bolzano.
Oggi, a 92 anni, è di nuovo nella sua casa a Fonzaso, quasi sempre su una sedia a rotelle, ma con il sorriso sul volto.
Il suo ottimismo e la sua gioia di vivere sono contagiosi. Gianluigi è un esempio per tutti noi, perché nonostante le avversità non ha mai perso il coraggio e dimostra ogni giorno che la vita, malgrado tutto, è bella.