Don Dino, il pastore degli emigranti

Don Dino Ferrando

Don Dino era il pastore degli emigranti, umile e generoso. Dava tutto sé stesso per vedere contenti e soddisfatti gli altri. Mi diceva che io era la prima nella lista degli emigrati.

Un giorno mi trovavo in un supermercato per liquidare della merce; si ferma, guarda e prende una tela per fare la bandiera della “Cascina”, per una festa dei Bellunesi; da allora, quando passava, se avevo qualcosa che gli poteva essere utile, glielo presentavo. Era sempre nei cantieri per trovare gli operai e gli portava degli indumenti che gli davano e per aiutarli nelle pratiche scrivendo per loro. Io gli portavo dei pacchi di merce per gli operai.

Un giorno gli ho dato un quadro della Madonna di Morbio da benedire, perché volevo donarlo alla chiesa di Cirvoi; lui mi disse che aveva una persona che lo portava e così è arrivato a destinazione. Mentre mi trovavo da lui mi disse: “Anch’io ho nel cuore il mio paese” e mi fece vedere un calice che avrebbe regalato al suo paese.

Mi fece anche vedere una stanza piena di cose da regalare ai poveri. Lui pensava sempre a come aiutare i bisognosi e non si tirava mai indietro quando c’era da lavorare. Lo si vedeva con l’ascia per tagliare la legna e con la pala per smuovere la terra; dopo alcuni istanti metteva il camice e celebrava la Messa da campo (…).

Don Dino per me è stato un grande amico, la sua morte è stata una grande perdita per me e per tutti quelli che l’hanno conosciuto (…).

Miriam Dal Farra Agustoni

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